Il cammino rappresenta, senza dubbio, una delle
principali abilità motorie e funzionali dell'essere
umano.3 Il dolore cronico nella
deambulazione riduce la qualità di vita,
modifica l'appoggio del piede, altera la dinamica del passo e
l'assetto posturale globale.3
Si riscontra spesso tra gli anziani dove si associa a problemi
di mobilità ed equilibrio, cadute e fratture.4
Ma non si limita a questa popolazione; diversi studi lo
associano a professioni che prevedono di stare in piedi per
periodi prolungati5 o a soggetti con piede piatto,
artrosi, diabete o semplicemente a persone che indossano scarpe
non adeguate.4
L'approccio conservativo al dolore nel cammino
prevede:3
Esercizio terapeutico3
L'esercizio permette di aumentare la forza muscolare e la
velocità di andatura, favorisce il mantenimento di un
adeguato peso corporeo (l'indice di massa corporea è
l'unico parametro antropometrico associato al dolore cronico al
piede), ha un effetto positivo sull'umore e sulle energie, si
associa a una riduzione delle cadute e a
miglioramenti delle capacità funzionali.4
Utilizzo di ortesi (scarpe terapeutiche e/o di
plantari)3
La scelta dell'ortesi è tutt'altro che banale. Bisogna
considerare che il piede è la parte del corpo che entra
più frequentemente a contatto diretto con il mondo
circostante durante la giornata. Questa funzione, a un tempo
sensoriale e meccanica, deve essere preservata con attenzione.
Inoltre, il piede è l'interfaccia tra tutte le patologie
muscoloscheletriche che si sviluppano al di sopra di esso e il
suolo; per questo motivo le ortesi devono essere pensate e
progettate nell'ottica di un approccio terapeutico
globale.3