Che cos’è l’infiammazione?

L’infiammazione è un meccanismo che mette in atto il nostro organismo per difenderci: riconosce e contrasta agenti nocivi e promuove il processo di guarigione. 1
Oltre che da composti nocivi può essere originata da un trauma o da un’infezione. 1

Quali sono i segni tipici?

Esistono cinque segni distintivi che permettono di capire che è in atto un processo infiammatorio in una specifica zona del corpo, e sono i seguenti: 2

  • Calore, causato dall’afflusso di sangue
  • Rossore, anch’esso dovuto al passaggio di sangue, ricco di globuli rossi
  • Gonfiore, generato da un aumento di permeabilità e dilatazione dei vasi sanguigni
  • Dolore, dovuto a un aumento dei mediatori del dolore e all’infiammazione stessa
  • Perdita della funzionalità della zona interessata dall’infiammazione in seguito a dolore e gonfiore.

Perché è utile la risposta infiammatoria?

Lo stato infiammatorio permette all’organismo di rispondere immediatamente agli stimoli nocivi, come ad esempio infezioni e danni ai tessuti, e quindi adattarsi a tali condizioni. Per questo è generalmente benefica, svolgendo una funzione protettiva. 2
Tuttavia, se non viene correttamente regolata, può diventare dannosa. 2

Quali sono i protagonisti dell’infiammazione?

All’interno del processo infiammatorio esistono fasi differenti regolate da induttori, mediatori ed effettori. 2
Gli induttori hanno il ruolo di iniziare il processo in presenza di uno stimolo nocivo. 2
Per farlo, stimolano, con una reazione a cascata, la liberazione di mediatori che possono, a questo punto, indurre dolore, attivare o inibire l’infiammazione e la riparazione del tessuto e, in ultimo, attivare gli effettori, che non sono altro che cellule e tessuti. 2
Sono, quindi, diversi i protagonisti che possono attuare risposte alternative, in relazione al differente tipo di stimolo, al fine di ristabilire l’equilibrio. 2

 

IN PRESENZA DI UNO STIMOLO NOCIVO

Che differenza c’è tra infiammazione acuta e cronica?

A seconda della durata, il processo infiammatorio può assumere una forma acuta, se si scatena immediatamente e tende a durare qualche giorno; una forma cronica che può durare per mesi, se non, addirittura, anni ed una forma subacuta, che rappresenta il periodo di transizione dalla fase acuta a quella cronica e ricopre, di solito, un arco temporale di 2-6 settimane. 2
L’infiammazione cronica può essere il risultato di: 1

  • Incapacità di eliminare l’agente responsabile dell’infiammazione acuta;
  • Esposizione a un basso livello di stimolo nocivo o estraneo, che non riesce ad essere eliminato dall’organismo
  • Disturbo autoimmune che porta l’organismo a riconoscere come estranea una componente dell’organismo stesso e ad attaccarla;
  • Un difetto nelle cellule che regolano il processo infiammatorio;
  • Episodi ricorrenti di infiammazione acuta.

Il dolore come sintomo dell’infiammazione cronica

Tra i sintomi che si sviluppano durante l’infiammazione cronica, c’è il dolore, sia quello localizzato a livello delle articolazioni, sia quello muscolare. 1
Il dolore ha un ruolo vitale per l’organismo: permette di evitare uno stimolo potenzialmente dannoso e attiva la riparazione dei tessuti danneggiati. 3
Il dolore cronico è una condizione che continua, anche nel caso in cui appaiono risolti i segni e i sintomi dell’infiammazione. 3

 

  1. Magni A, et al. Classificazione e inquadramento del paziente con dolore non oncologico. Rivista Società Italiana di Medicina Generale. 2016;5:50-54
  2. Hannoodee S, Nasuruddin DN. Acute Inflammatory Response. In: StatPearls. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; November 21, 2021.
  3. Matsuda M, Huh Y, Ji RR. Roles of inflammation, neurogenic inflammation, and neuroinflammation in pain. J Anesth. 2019;33(1):131-139. doi:10.1007/s00540-018-2579-4